Semi di Comunità: quando la terra diventa cura e relazione

Borea Società Cooperativa Sociale lancia “Semi di Comunità”, un nuovo progetto educativo e terapeutico che unisce orticoltura, apicoltura e salute mentale.
L’obiettivo è trasformare la comunità terapeutico-riabilitativa “Varietà Beregazzo” (Como) in un luogo generativo, capace di far fiorire relazioni, competenze e appartenenze.

Coltivare la cura, dentro e fuori la comunità

Il progetto, della durata di 12 mesi, nasce dal desiderio di superare un modello chiuso e clinico di comunità, per costruire un contesto relazionale, educativo e sociale aperto al territorio.
Attraverso la cura della terra e delle api, adulti e adolescenti con fragilità psichiche potranno riscoprire sé stessi, gli altri e la bellezza della natura.

“Vogliamo che la comunità diventi un terreno fertile di relazioni autentiche e di crescita condivisa,” spiegano gli operatori di Borea.

Due comunità, un’unica visione

“Semi di Comunità” coinvolge:

• 10 ospiti adulti della comunità terapeutico-riabilitativa “Varietà Beregazzo” (Como);

• 10 adolescenti accolti nella comunità “Antenna G. Beolchi” di Milano-Lampugnano.

Entrambi i gruppi parteciperanno alle attività di orticoltura terapeutica (coltivazione di piccoli frutti) e apicoltura, in un parco di 18.000 mq nel cuore del Parco Pineta di Beregazzo con Figliaro.

Dalla scoperta alla responsabilità

Il percorso si articola in tre fasi:

1. Scoperta e conoscenza – avvicinarsi al mondo agricolo e riscoprire sé stessi.

2. Acquisizione delle competenze – imparare a coltivare, prendersi cura, gestire.

3. Responsabilità – raccogliere, trasformare, condividere i frutti del proprio lavoro.

Le attività, guidate da educatori ed esperti del settore, diventeranno occasione di cura, autonomia e partecipazione comunitaria.

Semi di cambiamento

Il progetto mira a generare impatti positivi su più livelli:

• Individuale: miglioramento del benessere emotivo, relazionale e motivazionale.

• Comunitario: riqualificazione degli spazi verdi e apertura al territorio.

• Culturale: promozione di una visione della salute mentale basata sulla bellezza e sull’inclusione.

Un futuro sostenibile

Per garantire continuità al progetto, Borea prevede azioni di fundraising, collaborazione con enti locali e sviluppo di una futura impresa sociale agricola.
Ogni gesto di cura verso la terra diventa così un gesto di cura verso sé stessi e verso la comunità.

“La salute mentale può crescere anche nei solchi di un orto: lì dove la terra e le persone imparano a prendersi cura l’una dell’altra.”

Località: Beregazzo con Figliaro (CO)
Avvio: Ottobre 2025
Ente promotore: Borea Società Cooperativa Sociale – in collaborazione con Gruppo Varietà

Asini e benessere psichico: quando la cura passa attraverso la relazione

Nel cuore di Albavilla, tra le colline comasche, la Cooperativa Borea e la Casa San Giuseppe hanno dato vita a un progetto di ricerca e intervento che unisce scienza, empatia e natura: un percorso di Interventi Assistiti con gli Animali (IAA), centrato sulla relazione tra persone con fragilità psichiatrica e asini. L’iniziativa nasce dal desiderio di esplorare l’animale come mediatore terapeutico, capace di generare un contatto autentico e immediato là dove le parole spesso faticano ad arrivare. Gli asini — scelti per la loro docilità, calma e sensibilità relazionale — diventano così compagni di viaggio in un’esperienza che stimola la socialità, l’autostima e la fiducia reciproca. Il progetto, conforme alle Linee guida nazionali per gli Interventi Assistiti con gli Animali, si sviluppa in due fasi: una prima dedicata all’attività assistita (AAA), di carattere educativo e relazionale, e una successiva centrata sulla terapia assistita (TAA), che approfondirà le potenzialità cliniche dell’approccio. Ogni incontro, svolto presso il centro specializzato N-Team di Capiago Intimiano, diventa un laboratorio di osservazione e apprendimento, dove operatori, psichiatri e coadiutori lavorano insieme per costruire esperienze di cura condivisa e misurabile.

Al centro di questo percorso c’è una convinzione profonda: la relazione uomo-animale può essere un ponte verso il benessere psicosociale. Accarezzare, condurre, prendersi cura di un asino non è soltanto un gesto affettivo, ma un atto terapeutico che favorisce la regolazione emotiva, la concentrazione e la presenza. Per i pazienti del Centro Diurno, ogni seduta rappresenta un’occasione per allenare la fiducia e sperimentare nuove forme di contatto con sé e con gli altri. L’équipe multidisciplinare guidata dal dottor Alberto Alamia, psichiatra e direttore sanitario della struttura, affiancata da un veterinario esperto e da coadiutori qualificati, monitora costantemente sia il benessere degli utenti sia quello

degli animali, garantendo un approccio etico e scientificamente fondato. Il progetto, che proseguirà con una seconda fase di valutazione terapeutica, intende generare evidenze e buone pratiche replicabili in altri contesti di salute mentale. Perché la cura, quando si apre alla natura, non si limita a guarire: educa, connette e restituisce umanità.

Un vento nuovo, una nuova identità

Borea è un vento che accompagna. Soffia lieve, conosce la direzione e porta con sé cura, ascolto e possibilità di cambiamento. Così la cooperativa prova a prendersi cura di chi vive situazioni di fragilità, con una postura accogliente e un approccio innovativo. Come il vento che ripulisce il cielo e rende visibile l’orizzonte, Borea vuole scorgere nuove possibilità nella vita delle persone, costruendo contesti in cui la fragilità sia accettata e normalizzata. Rispetto al primo decennio di vita della cooperativa, oggi quel vento abbraccia anche traiettorie e ambiti di cura nuovi, che vanno al di là della salute mentale. Borea vuole quindi dare spazio alle energie delle nuove generazioni, offrendo contesti dove talenti, desideri e professionalità possano trasformarsi in azioni concrete di contribuzione sociale, capaci di lasciare tracce e costruire futuro. La nuova identità visiva nasce per raccontare una realtà competente e innovativa, che crede nella relazione e nella partecipazione come motori di cambiamento.

IL LOGO

Il logo di Borea nasce dall’incontro tra autenticità e visione. La font è semplice, lineare, niente grazie né imprevisti: trasmette verità e solidità in modo leggero, senza risultare istituzionale. Lo slancio che crea la lettera “o” è un segno di continuità: richiama il vento, l’energia che connette e il gesto umano del tendersi verso l’altro. Usato da solo, il pittogramma ricorda però anche una cavità che accoglie, ma o slancio e la cavità formano insieme un nodo: un legame resistente ma morbido. È questo genere di legami che Borea vuole costruire con le persone e con il territorio: legami liberi, che liberano.

LA PALETTE

Il corallo introduce calore, vitalità e innovazione, elementi in perfetta sintonia con l’idea di accompagnare chi vive una fragilità psichiatrica: non si tratta solo di “sostenere” ma di portare energia e speranza. È anche un colore che accoglie perché trasmette apertura e disponibilità. Il verde profondo porta radicamento e fiducia. È il colore della natura, della crescita, della calma, della rinascita. In un contesto che si occupa anche di fragilità psichica, il verde profondo veicola fiducia e serietà: radica la cooperativa sul territorio, con l’idea che non si tratta solo di “muoversi” (come il vento del corallo) ma anche di “essere presenti”, “stare” e costruire relazioni durature. Il calore suscita l’incontro, la fiducia sostiene la relazione. Insieme esprimono l’equilibrio tra cura e apertura, tra radici e trasformazione, che dà forma all’identità di Borea.